Gita sociale in Valmaggia e Val Rovana

Ben 32 soci non hanno voluto rinunciare alla proposta di trascorrere due interessanti giornate in questa bella valle. Chi più chi meno ci siamo ritrovati nel pomeriggio di venerdì 27 maggio alla stazione di Zugo. Dopo il viaggio in treno fino a Locarno un piccolo pullman della ditta Mattei di Peccia ci ha condotti verso i diversi alloggi (quattro! Maggia, due a Cevio e Cerentino. Infatti in valle alberghi e locande non sono grandi a sufficienza per accogliere gruppi di questa portata). Sabato di buon mattino padre e figlio Mattei si son dati da fare con due pullmini per raccogliere tutti i partecipanti e portarli a Peccia per l’interessante visita al centro internazionale di scultura e alla scuola di scultura. Per pranzo ci siamo poi radunati al Grotto Pozzasc dove il fiume Peccia forma una grande pozza con acqua più verde che blu. Un posto magnifico!

Nel pomeriggio ci siamo spostati a Cevio dove abbiamo visitato il museo Valle Maggia. Mostrandoci diversi sotterranei e sale le due guide ci hanno famigliarizzato con la storia della valle che già un po’ si conosceva grazie ai libri di Plinio Martini, ma che con ulteriori dettagli è stata resa ancor più avvincente.

Dopo un’oretta di tempo libero, santo riposo e un aperitivo nella casa rinnovata dei nostri soci Francesca e Walter Borner ci siamo ritrovati per la cena al Ristorante Castello dove – dopo aver dovuto aspettare un’ora e mezza, va béh – ci siamo gustati un ottimo ossobuco con risotto.

Domenica mattina, dopo un’ennesima raggranellata di passeggeri, i Mattei ci hanno portato a Bosco Gurin. Forse perché visitato da molti turisti, salta subito all’occhio come questo paese sia pulitissimo e curato nei minimi particolari. Lassù siamo stati accolti da una signora guida che mostrandoci il paese ci ha fatto conoscere la sua storia, dalle sue origini nel duecento, quando i primi Walser vi giunsero dalla vicina Val Formazza (dove anche lì a suo tempo si parlava tedesco), fino a oggigiorno. La mancanza di giovani si fa purtroppo sempre più sentire, le scuole sono state chiuse anni fa, i 4 bambini restanti seguono le lezioni a Cevio. E sono solo ca. 120 le persone che parlano ancora il loro tedesco, per noi piuttosto accidentato e che, chiaramente, assomiglia al vallesano. La guida ci ha quindi mostrato il museo, situato nella casa in legno più vecchia del paese, con due appartamenti costruiti a specchio e dove a suo tempo ci vivevano, su spazi piuttosto ristretti, due fratelli con le loro famiglie.

Scesi di nuovo a Cevio per il pranzo i due Mattei ci hanno riportato nel pomeriggio a Locarno da dove in treno siamo ritornati a casa. Un grazie grande così va a Francesca Borner che ci ha accompagnati con gran solerzia in questa svariatissima e tutt’altro che facile escursione da organizzare e realizzare. In questa valle, che lotta strenuamente contro lo spopolamento, ci siamo comunque trovati totalmente a nostro agio e siamo più che riconoscenti a Francesca per il suo perseverante e instancabile lavoro