La «Pro Ticino», le candeline e la torta di pane
Cento anni di vita, per un uomo, sono un traguardo invidiabile, sì, ma oramai possibile. Per un’Associazione invece è un compleanno tutt’altro che semplice. Quante cose belle e brutte succedono in un secolo? E quante occasioni ci sarebbero, o momenti di scoramento, per decidere di chiudere la baracca? O per tentare altre avventure? È capitato molto spesso e capiterà ancora tante volte. È vero, a tirare il carro sono sovente le stesse persone. Ed è anche sempre più difficile, in un mondo fatto di tanti impegni e di altrettante distrazioni, trovare persone disposte a investire il proprio tempo libero al servizio di un’ideale. E se un’Associazione non ha la fortuna di poter contare su un gruppo solido, il pericolo di arrivare alla fine sta sempre dietro l’angolo. Non bastano però, da sole, le persone e il loro impegno. Servono la motivazione e l’entusiasmo. Bisogna credere in certi valori. Anche se il tempo cambia i valori. E poi ci vuole ancora dell’altro: il piacere di ritrovarsi, di stare insieme. Di avere dei progetti, dei sogni. E di realizzarli.
La «Pro Ticino» è tutto questo e altro ancora. Qualcuno dice che è un’Associazione oramai sorpassata. Oggi molti Ticinesi vivono bene integrati nei luoghi in cui un tempo erano emigrati. Altri rientrano regolarmente nel Ticino. Non c’è bisogno perciò di stare assieme come succede agli emigranti. La concorrenza, poi, è sterminata. Per il tempo libero ci sono i viaggi, la televisione, lo sport, lo shopping, ci sono mille altri passatempi. Eppure, malgrado tutto questo, la «Pro Ticino» di San Gallo soffia su una grande torta (immaginiamo che sia una «ticinesissima» torta di pane con l’uvetta e i pinoli) decorata da cento luminose candeline. Quante Ticinesi e quanti Ticinesi hanno fatto parte, nel corso di questi cento anni, della «Pro Ticino»? È probabile che, all’inizio, erano i tempi difficili della prima Guerra mondiale, molti di loro parlassero italiano e sapessero masticare solo poche parole in tedesco.
Oggi, a volte, succede il contrario: alcuni parlano meglio il tedesco dell’italiano. Questo non è un cattivo segnale. Vuol dire che un’Associazione di Ticinesi emigrati si è trasformata pian piano in un consesso aperto anche a chi il Ticino lo conosce e lo ama. Non si tratta più soltanto di avere un tetto sotto il quale sentirsi un po’ più protetti, e solidali, magari davanti a un bel piatto di risotto e a un bicchiere di Merlot. Si tratta prima ancora di avere la coscienza che la
Svizzera è un paese dove le lingue e le culture nazionali sono quattro. Queste lingue e queste culture si incontrano più facilmente di una volta. Per questo però ci vogliono degli ambasciatori. La «Pro Ticino» di San Gallo lo fa con ammirevole impegno e tenacia. A tutto questo si aggiunge l’attenzione per la musica popolare, la cultura, i giovani, gli anziani, i malati. Ecco alcuni importanti motivi per augurarci che le candeline possano crescere ancora sulla gustosa torta di pane messa sul piatto di questo 2017.
Prof. Renato Martinoni (Università di San Gallo)
Istoriato
L’idea di creare una sezione della «Pro Ticino» anche nella capitale sangallese travagliava da lungo tempo gli spiriti dei Ticinesi qui residenti. Nel 1916, mentre la maggior parte degli Stati d’Europa divampavano nel rogo della grande guerra e le frontiere erano minacciate, essi sentirono ancora di più il bisogno di unirsi onde poter meglio tutelare gli interessi nostri e portare aiuto alle famiglie dei concittadini che con una certa preoccupazione erano accorsi alle frontiere della Patria.
Il 27 aprile 1916 il signor Alberti Nicola dopo aver intavolato le trattative col Comitato Centrale ottenne il consenso di fondare una sezione anche a San Gallo. Il 18 novembre del 1917 ebbe luogo al Ristorante Pro Ticino alla Linsenbühlstrasse (tuttora Taverna Zorbas) la riunione per la costituzione di una sezione. Vennero convocati i soci fondatori per una riunione preparatoria e per eleggere un comitato provvisorio. La prima assemblea generale del 28 febbraio del 1918 al Ristorante Pro Ticino confermò definitivamente il nominativo dei soci fondatori. Venne pure deciso ufficialmente che tutti i 36 membri iscritti fino al 23 febbraio 1918 sarebbero stati considerati come soci fondatori. Tutte queste persone meritano il nostro ricordo e la nostra riconoscenza perchè con il loro lavoro e il loro entusiasmo contribuirono a gettare le basi per una forte e vitale «Pro Ticino». Sfogliando i verbali emerge un dettaglio di particolare interesse: l’assemblea generale decise di fissare la tassa sociale a Fr. 5.00 percepibile facoltativamente in due rate!